I Padri Paolini mi invitano al Santuario di Jasna Gora per farmi visionare i diademi che adornano il capo della Madonna e del bambino

Il secondo viaggio al Santuario di Częstochowa

Confortato da tanto, in data 2 maggio 2016, attrezzato di macchina fotografica, carta di disegno trasparente, righelli, pennarelli e metro, partivo nuovamente per Czestochowa insieme a mia moglie e ad alcuni amici. Ad aspettarci al Santuario c’era, oltre che Katarzyna, preziosa interprete, Padre Stanislaw Rudzinski che, dopo una piacevole conversazione nella quale si è parlato del culto delle Madonne di Czestochowa e di Capocolonna, ci faceva accomodare in una stanza del Santuario. Lì, tra misure di sicurezza molto serrate, in un clima di rispettoso silenzio, furono portati i diademi che incoronavano la Madonna Nera di Polonia. Mi pareva di venire ingoiato dalla storia. Avutili tra le mani, tra molta ammirazione, cominciai a studiarli nei minimi dettagli. Di questi diademi prendevo accuratamente tutte le misure, coglievo tutti dettagli per proporre un eventuale progetto. Nell’accomiatarsi da noi, Padre Rudzinski mi chiedeva da un verso di non abbandonare, in un eventuale progetto grafico da proporre ai Padri Paolini, il vecchio disegno dei diademi trafugati alla Madonna nel 1909 ma dall’altro mi esternava la sua volontà di lasciarmi libero di interpretare artisticamente il nuovo progetto, di proporre con coraggio e creatività possibili “cose nuove”. Da un verso c’era la volontà di riparare al furto rifacendo fedelmente quello che era stato rubato e dall’altro c’era la volontà di novità. Il nodo tra le due opzioni si sciolse in modo molto semplice e indipendente dalla mia volontà. Desidero aggiungere, a proposito di quell’incontro, che Padre Rudzinski era una persona molto competente. Fu un incontro molto interessante per le tante valenze espresse. Non fu coinvolgente solo per un aspetto puramente tecnico. Fondamentale come sempre, ovviamente, è stato anche in quell’occasione il supporto di Katarzyna, che faceva da traduttrice. Rientrato in Italia, insieme a mia figlia Vanessa che e molto brava nel disegno, cominciammo ad abbozzare graficamente i diademi e nello stesso tempo fu fatto anche uno studio con i miei collaboratori in previsione di un’eventuale realizzazione. In queste fasi di lavoro successe una cosa straordinaria, che sciolse il nodo tra le due opzioni entro le quali potevo scegliere: nell’osservare la foto, l’ unica in bianco e nero dei diademi, ci accorgemmo che le stelle dei diademi erano nove e non dodici, per come solitamente avviene quando ci si riferisce agli stellari mariani. Non sapendo il perché di quelle nove stelle, su consiglio di Don Bernardino Mongelluzzi, di Monsignor Pancrazio Limina e di Don Serafino Parisi, inserimmo graficamente, come elemento da proporre ai Padri Paolini, altre tre stelle. Le avremmo collocate non nella parte alta del diadema ma nella parte centrale, giustificando tale inserimento come segno trinitario. Definito il progetto grafico, inviai il tutto ai Padri Paolini.